Una mia piccola recensione
Gli Ulver nascono come "true norwegian" black metal band.
Bergtatt, album del 1995, è una pietra miliare del genere in quanto propone un black metal carico di atmosfere cupe ma lontano anni luce dal black classico: la voce pulita di Garm ce ne fa rendere conto fin dalla prima traccia.
Già in questo album è possibile sentire la vicinanza folk: chitarre classiche e flauti vengono inseriti qua e là per contrastare le sonorità grezze e maledette che permeano tutto l'album.
E' l'anno successivo, il 1996, a portare i nostri a quello che secondo me è l'apice della maturità del gruppo.
Una perla rara, i "canti della sera" (Kveldssanger in norvegese) dove le chitarre acustiche e il violoncello fanno la parte del padrone. Album riflessivo e malinconico, quasi completamente acustico (l'elettronica è data solamente dal soffio del vento che si sente qua e là)
...poteva terminare il cambiamento stilistico? Ovviamente no!
Gli Ulver da Kveldssanger in poi si affidano sempre più all'elettronica fino a dimenticare l'utilizzo delle chitarre, strumento (quasi) imprescindibile per ogni gruppo che venga etichettato metal o rock.
Elettronica, pianoforte ed un sassofono: 3 ingredienti che portano alla nascita di lost in moments, primo brano di perdition city.
Non fanno più metal, non sono incasellabili in nessun genere, sappiamo solo che questa e musica d'avanguardia. Corre l'anno 2000 e questa è l'ennesima perla Nera di questo gruppo norvegese.
Voto alla maturazione del gruppo: 10+
Ad Maiora
[Modificato da ElveNKinG161 28/10/2008 15:14]
And love was there in vain, PROFOUND and deep but traced with pain - too early for a child of TEN
Loving the pure and sane he sought the goddess unstained - watching them turn to flesh again
HUNGRY for both the PURITY and SIN
Life seemed to him merely like a GALLERY of how to be
And he was always much more HUMAN than he wished to be
But there is a LOGIC to his world, if they could only see
(Pain of Salvation - Beyond the pale)